giovedì 10 dicembre 2020

IL FOSSO DI CANEPA a San Marino

  L’ area del Fosso di Canepa è una delle aree più verdi del territorio Sammarinese caratterizzata dall’ alternarsi di rilievi boscosi e fossi impervi. Di particolare interesse è la Grotta di Canepa che fa parte del sistema carsico e tettonico del Monte Titano. I mulini lungo il Torrente San Marino facevano parte di un sistema di sei mulini molitori che si passavano l’ acqua l’ un l’ altro e che oggi assumono un prezioso interesse archeologico industriale. Nelle vicinanze troviamo la piccola chiesetta abbandonata di Cà Centino che fungeva come luogo di incontro per i contadini e i mugnai.

 

CHIESETTA DELLA MADONNA DI CA’ CENTINO:

La chiesetta della Madonna di Cà Centino non era solo un edificio dedicato al culto, ma anche un luogo di aggregazione per chi lavorava e viveva nella campagna circostante e lungo il fosso dei mulini. La chiesetta è a semplice pianta rettangolare coperta da un tetto a capanna e vi si accede tramite una scalinata che conduce ad un porticato retto da due pilastri quadrati. La porta d’ ingresso è di forma rettangolare fiancheggiata da due semplici finestre; un’ altra apertura è posta sopra il porticato. L’ edificio è interamente costruito in pietra , ma le pareti sono intonacate. All’ interno troviamo l’ altare collocato circa 1/3 della navata unica posto davanti all’ abside rettangolare. La copertura è a capriate lignee e il pavimento in cotto. Con l’ allontanamento dai campi e la chiusura dei mulini, la chiesetta è stata abbandonata e oggi la troviamo in una condizione di degrado.

 

FLORA:

Attraversando il Fosso di Canepa si può godere di un paesaggio naturalistico suggestivo e rigoglioso. Le alte sponde del fiume sono circondate da noccioli, aceri, cerri, ornelli e caprini che con le loro chiome formano una galleria naturale. Proseguendo lungo l’alveo, tappezzato di edere e muschi, si apre l’ingresso alla Grotta di Canepa che presenta molti aspetti interessanti dal punto di vista geologico e biologico, infatti essa è una risorgente fossile collegata con tutto il sistema carsico e tettonico del Monte Titano e facente parte di un complesso sistema ipogeo. Purtroppo, quest’area è gravemente danneggiata dal passaggio delle tubature dell’acquedotto che deturpano il paesaggio e ne alterano l’equilibrio biologico ed ecologico.

 

MULINO CAPPICCHIONI – REFFI:

Mulino Capicchioni - ReffiSecoli XVIII – XIX – XX

Stato: abbandono

Nel catasto Santucci del 1822 – 1825 questo mulino viene definito casa con corte e molino da grano a due ruote e ingulchiera.

E’ una struttura articolata su tre piani con cinque vani ed è l’edificio più complesso tra i mulini del Fosso di Canepa.

Le murature sono in pietra e sassi di fiume legati con malta di calce.

 

MULINO CAPPICCHIONI – REFFI:

Mulino Capicchioni - Reffi Secoli XVIII – XIX – XX

Stato: sede associazione speleologica sammarinese

Nel catasto Santucci 1822 –1825 questo mulino viene definito ad una ruota con corte e canale del molino.

E’ una struttura articolata su quattro piani con sette vani ed è quello conservato meglio.

Le murature sono in pietra e sassi di fiume intonacate con rustico di cemento.

In seguito venne ampliato aggiungendo un vano per la cucina e uno per il bagno in cemento armato.

 

 

MULINI DELLA GREPPA:

Stato: testimonianza archeologica industriale/ abbandonato

Nel catasto Pelacchi del 1775 – 1777 questi due mulini vengono definiti ad una ruota ciascuno.

E’ una struttura articolata su due piani rettangolari in due diversi edifici posti in prossimità della cascata.

Le murature sono in pietra intonacate con uno strato di rustico di cemento e presenta un portico antistante l’ ingresso.

 

 

 

MULINO DI BOTTACCIONE:

Mulino BottaccioneSecoli XVIII – XIX – XX

Stato: testimonianza archeologica industriale.

Nel catasto Pelacchi del 1775 – 1777 questo mulino viene definito selva con molino detto il Bottaccione per il grande bottaccio che interessava tutto l’ alveo del Fosso di Canepa.

E’ una struttura articolata su tre piani più un portico esterno.

Attualmente l’ edificio si presenta come un unico vano a cielo aperto in seguito al crollo del tetto, del solaio e del portico.

Le murature sono in pietra a conci irregolari e ciottoli di fiume “ faccia a vista” legati con malta di calce.


MULINO DELL’ OVIERA:

Mulino OvieraSecoli XIX – XX

Stato: Rudere

Nel catasto Cantucci del 1822 – 1825 questo mulino viene definito molino ad una ruota.

È una struttura articolata su tre piani con tre vani a pianta rettangolare ed è in uno stato di degrado molto avanzato dovuto al crollo del tetto.

Le murature sono in pietra intonacate con uno strato di rustico di cemento.

 

( da https://www.cattolica.info/itinerari/itinerari-valmarecchia-valconca/mulini/mulini-valmarecchia/

martedì 24 novembre 2020

 

 



Milano, 24 Novembre 2020- La visita fatta dalla redazione di Borghi d’Europa da Sbunda, realtà enogastronomica di qualità calabrese certificata a Milano, è stata molto fruttuosa e ha permesso di conoscere alcune aziende della regione ionica che si distinguono per i loro prodotti di livello, che sono un mix tra tradizione e innovazione.

A Montalto Uffugo, nel Cosentino, è nata, grazie all’abilità e all’esperienza di Ivan Trombino, la Società Agricola Rurale Vecchio Magazzino Doganale, che produce diversi liquori di pregevole fattura, tutti caratteristici del territorio, visto che alla base viene fatta una meticolosa selezione delle materie prime.

Tali materie prime sono infatti agrumi ed erbe botaniche, tutte piante autoctone coltivate al Vecchio Magazzino Doganale, dopo che Ivan Trombino scoprì una ricetta scritta per la realizzazione di un amaro dal nonno Egidio, emigrato in cerca di fortuna negli Stati Uniti dalla Calabria via nave.

Tra i liquori rurali del Vecchio Magazzino Doganale spiccano il Jefferson, amaro importante fatto con il bergamotto, le arance amare e dolci, il rosmarino,l’eucalipto e l’origano, poi l’Intervallo, un amaro più da meditazione, combinazione di genziana, maggiorana, galanga, assenzio ed alloro, il Roger, un amaro Bitter Extra Strong, torbido e potente, perfetta sintesi di vari agrumi e botaniche e poi va citato anche il Dopolavoro Aperitivo Amaricante Pronto da Bere, connubio tra tradizione ed innovazione, visto che è composto da infusi estratti di erbe ed infusi di scorze di agrumi calabresi.

Storicità e territorio: Il Vecchio Magazzino Doganale, con i suoi liquori d’autore, verrà ancora comunicato da Borghi d’Europa nei diversi percorsi d’informazione, così come le altre realtà produttive calabresi raccontate nell’ultimo periodo.

 

lunedì 29 giugno 2020

LA CANTINA ALBERTO MARSETTI E ALCUNE PERLE GASTRONOMICHE RACCONTATE DALL’ITALIA DEL GUSTO





Un importante stage d’informazione si è tenuto a Sondrio
Milano, 22 Giugno 2020- Si è parlato di sostenibilità e scientificità con un forte accento sull’agricoltura di montagna mercoledì 17 Giugno c.m. presso la Cantina Alberto Marsetti, situata nei vicoletti storici di Sondrio.
L’incontro d’informazione è stato condotto dall’Italia del Gusto, grazie alla redazione della testata online Borghi d’Europa, interessata a promuovere le Terre di Confine, tra cui naturalmente la Valtellina e la vicina Valposchiavo, ognuna col proprio patrimonio agroalimentare.
Di tale patrimonio fanno parte i vini genuini ed eleganti di Alberto Marsetti, che fanno chiaramente capire il legame che ha la famiglia Marsetti con i propri vigneti, simbolo della viticoltura eroica valtellinese, facenti parte della sottozona del Grumello Docg.
Durante lo stage d’informazione, sono state testate tutte le etichette di Alberto Marsetti, abbinate ad alcune perle gastronomiche della zona, come i notevoli formaggi dell’Azienda Agricola Libera (Bitto Dop, Caprino, Formaggi Magri e molti altri) di Valle Colorina (So) e le prelibatezze artigianali e naturali dell’Officina Gastronomica Ma! di Madesimo, come la brisaola di manzo, i salami, il tradizionale violino di capra e molti altri.
I vini assaggiati sono stati quindi il Rosso di Valtellina Doc, vino con una bella beva e avvolgenza, il Grumello Docg, speziato ed elegante, il Valtellina Superiore Docg Le Prudenze, morbido e grintoso, lo Sfursat della Valtellina Docg 2014, complesso ed affascinante ed infine, assolutamente piacevole e da meditazione, l’Alpi Retiche Igt Imperfetto, ottenuto dopo un appassimento delle uve Nebbiolo di 3 o 4 mesi con successivo invecchiamento di 24 mesi in barriques e tonneaux.
Una volta conclusosi lo stage d’informazione, Alberto Marsetti ha fatto conoscere ai giornalisti dell’Italia del Gusto la realtà del Ristorante Il Poggio, situato in località Poggioridenti di Sondrio:un locale elegante con una vista panoramica eccezionale sui vigneti valtellinesi, che presenta piatti di tradizione davvero caratteristici, come i pizzoccheri e gli spiedini tzigoiner.
Un plauso va fatto ad Alberto Marsetti e il suo staff, perché è tanto l’impegno profuso nel territorio, sia nei vigneti, che in incontri mirati come questo, coinvolgendo realtà di qualità della filiera alimentare come l’Officina Ma! e l’Azienda Agricola Libera e Ristoranti di livello come Il Poggio!

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Photo Credits By Endstart Foto


lunedì 16 marzo 2020

RACCONTI DI-VINI: L’AZIENDA AGRICOLA ALBERTO MARSETTI DI SONDRIO






La Redazione della Testata Giornalistica Borghi d’Europa è sempre molto attiva nel comunicare le eccellenze vitivinicole italiane e non, spesso visitando di persona i territori vocati o partecipando a rassegne ed eventi dove tali eccellenze sono protagoniste.
Tra i terroir più cari a Borghi d’Europa c’è la Valtellina, con la sua viticoltura eroica, rappresentata ottimamente dai grandissimi rossi di Nebbiolo Chiavennasca,ognuno con un’impronta caratteristica della sottozona di appartenenza (Inferno, Sassella, Grumello, Valgella e Maroggia).
In questo inizio 2020, la Valtellina è stata riconfermata da Borghi d’Europa nei progetti d’informazione “Milano Vetrina del Gusto” e “Terre di Confine” e raccontata a convivio attraverso i vini d’autore dell’Azienda Agricola Alberto Marsetti di Sondrio, come in occasione dell’incontro giornalistico tenutosi a fine gennaio all’Osteria della Stazione l’Originale a Milano.
Parliamo di una cantina a conduzione familiare, situata nella sottozona vinicola Grumello Docg, che conta circa 9 ettari, dislocati alla porte di Sondrio. L’uva Nebbiolo viene valorizzata alla grande, grazie all’esposizione al sole particolarmente favorevole e alla composizione del terreno prevalentemente sabbio-limoso.
Le etichette di NEBBIOLO Chiavennsca di Alberto Marsetti sono 4: il Rosso di Valtellina Docg, fresco e a volte erroneamente definito il vino basico, il Valtellina Superiore Grumello Docg, piacevole e allo stesso tempo deciso, il Valtellina Superiore Docg Le Prudenze, vino di carattere e molto armonico, ed infine lo Sforzato di Valtellina Docg, rosso ottenuto da uve Nebbiolo lasciate appassire, che conferiscono una certa regalità ed intensità al vino.
I giornalisti e comunicatori di Borghi d’Europa e dell’Associazione l’Altratavola continueranno a lavorare alacremente per far sì che la cultura del vino valtellinese venga compresa e diffusa in maniera globale.