Nasce
tra San Marco e Campigo, non lontano da Castelfranco Veneto. Scorre
attraverso la bassa provincia di Treviso (anche se un breve tratto
iniziale è sotto quella di Padova) procedendo grossomodo in
direzione sud-est; entra infine nella provincia di Venezia a Quarto
d'Altino e si getta nel Dese praticamente in corrispondenza della sua
foce nella Laguna Veneta poco a sud-est dell'odierna Altino. Durante
il suo corso, tocca gli abitati di Badoere, Zero Branco, Mogliano
Veneto e Marcon. Tra i vari canali e fossi che vi si immettono, il
principale è il rio Vernise, che affluisce da destra poco dopo il
centro di Zero Branco.
Il
nome, anticamente scritto Iarius, Iarus o Zayro, deriverebbe dal
personale di un colono romano (Darius e simili) a cui erano affidate
le terre circostanti. Originariamente sfociava nel Sile, ma dal 1532
il tratto finale fu modificato artificialmente, portando all'attuale
situazione.
Il
suo bacino idrografico ricadeva nelle competenze del consorzio di
bonifica Dese-Sile, di recente assorbito dal consorzio di bonifica
Acque Risorgive.
Mulini
Lo
sfruttamento delle sue acque permise la costruzione di numerosi
mulini sin dal medioevo, alcuni dei quali funzionarono a pale sino
agli anni sessanta del Novecento. La maggior parte di queste
strutture furono aperte a partire dalla metà del XVI secolo quando,
attraverso il canale artificiale di San Marco ed una roggia, fu
aumentata la portata del fiume sottraendo grosse quantitativi d'acqua
al Sile.
Sappiamo
che nel 1678 erano funzionanti lungo il percorso dello Zero otto
mulini, per un totale di diciassette ruote. I più antichi erano i
mulini "Contarini" di Levada e "Tiveron" di
Sant'Alberto, risalenti al Cinquecento. Quindi, scendendo verso la
foce, si incontravano il mulino di Sant'Alberto (1667, sempre dei
Contarini). Giunti a Zero Branco, si incontrava il mulino dei Grimani
(seconda metà del XVII secolo, ricostruito nel 1727). Poi il mulino
di Campocroce, il mulino del Terraglio a Mogliano (1663, appartenente
al medico Francesco Brachi). A Marcon si trovavano invece il mulino
dei Priuli, demolito nell'Ottocento, e il mulino Bonisiolo: già
proprietà delle monache di Santa Caterina di Venezia, ha funzionato
sino al 1970.
Incontri
:
Luglio
2015
Le storie dei borghi europei di Aquositas (Circuito
delle terre d'Acqua)
- Presentazione del percorso dei mulini

Nessun commento:
Posta un commento